Nato a Caraglio nel 1927, Lerda compie la sua formazione artistica sotto la  guida del pittore Vincenzo Alicandri e parallelamente si perfeziona in lingue e  letterature straniere. Si trasferisce nei primi anni Cinquanta in Francia e  scrive la tesi dedicata ai grandi quesiti esistenziali posti dall’opera di  Bernanos sui temi del bene e del male.
                 
                  
                  A Nizza prende parte alla vita culturale  fondando spazi d’incontro tra i cui soci onorari figuravano Cocteau, Prevert e  Medecins e organizzando mostre e conferenze sull’arte moderna mentre la sua  arte si vivifica nelle piccole opere su carta in cui emerge l’impronta picassiana  e l’eco delle avanguardie astratte del primo Novecento. 
                     
                    La sua figura di artista, letterato e animatore culturale lo vede  successivamente protagonista a Torino nel ruolo di direttore della biblioteca  dell’Usis (United States information service) e sceneggiatore per la neonata  televisione italiana, per la quale cura la riduzione televisiva dei classici  della letteratura per ragazzi.  
                       
                    L’emergere di una visione mediata dallo  strumento televisivo spinge Lerda a mutare il suo procedere pittorico  consapevole della trasformazione del personaggio “uomo” sotto la sollecitazione  dei fenomeni di massa. Radio, televisione e cinema sono intesi come produttori  di miraggi facili che l’artista identifica negli schermi, nei lampi dei flash,  negli interni allucinanti degli studi televisivi e degli studios cinematografici.                                                      
								  
								                                     
								  
								  
								  
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                Una serie di opere protomediali testimoniano la difficile condizione degli  “uomini-schermo” dai quali fuoriescono luci fredde, bianche e abbacinanti. Lo  stile si fa nervoso, il segno si filamenta, i confronti ora si misurano  prevalentemente con le opere di Arshile Gorky e di Mark Tobey. 
                   
                  È del 1962 la  sua prima  personale presso la galleria “L’Immagine” di Torino (lo  spazio diretto a quel tempo dal pittore Antonio Carena) con disegni, tempere e  incisioni, introdotta da un testo di Renzo Guasco.  
                  È del 2009 la sua seconda personale (postuma) "Dal Caos al Gioco" opere dal 1948 al 2007 a cura di Ivana Mulatero presso il Filatoio di Caraglio (Associazione culturale Marcovaldo). 
                   
Sin dall'inizio della sua ricerca, Lerda affianca pittura e disegno,  delineando così quelli che rimarranno i tratti distintivi della sua produzione:  l'importanza del segno, e il suo rapporto inscindibile con la luce, elemento  che accende i colori dei suoi quadri.  
 
Le forme ricorrenti della sua pittura  sono i paesaggi, le città-giostra e gli aquiloni che però, dagli anni Sessanta,  acquistano una valenza quasi seriale e nel contempo giocosa, una liricità che  si fa quasi visionaria, ma che pure viene raffigurata con grande intensità, ad  esempio nella decisa e netta qualità cromatica dei collages - degli anni  Novanta e Duemila - che aggiunge fascino e attrattiva alle figure degli  aquiloni che si pongono in limine tra il mondo reale e il sogno. 
                 
                                                   Caraglio, 29  aprile 1927 -Torino, 14 novembre 2007
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